Baylee recenzis Guida minima al cattivismo italiano de Marco Aime
Guida minima al cattivismo italiano
4 steloj
Eccomi qua. Questo è il tentativo n di scrivere questa recensione. Ne ho buttate giù di vario tipo, ma nessuna mi ha soddisfatta fino in fondo. Temo però che la mia insoddisfazione non abbia tanto a che vedere con i miei pensieri a fine lettura, ma con l’argomento del libro, che racconta di come siamo arrivatə alla celebrazione della politica cattiva, del pugno duro che non risolve nemmeno mezzo dei nostri problemi.
Il libro prende avvio dal 1989 e dalle speranze disattese post-caduta del Muro di Berlino: un tassello alla volta è stato demolito tutto, lasciandoci solo con questa esaltazione dell’individuo, rimasto isolato dalla disgregazione del senso di comunità che raccoglieva le persone intorno a un obiettivo o a un sistema di valori. Un individuo che oggi è capace di fare squadra solo il tempo necessario di soddisfare un desiderio egoistico, poi ognunə per la sua strada, manco le altre …
Eccomi qua. Questo è il tentativo n di scrivere questa recensione. Ne ho buttate giù di vario tipo, ma nessuna mi ha soddisfatta fino in fondo. Temo però che la mia insoddisfazione non abbia tanto a che vedere con i miei pensieri a fine lettura, ma con l’argomento del libro, che racconta di come siamo arrivatə alla celebrazione della politica cattiva, del pugno duro che non risolve nemmeno mezzo dei nostri problemi.
Il libro prende avvio dal 1989 e dalle speranze disattese post-caduta del Muro di Berlino: un tassello alla volta è stato demolito tutto, lasciandoci solo con questa esaltazione dell’individuo, rimasto isolato dalla disgregazione del senso di comunità che raccoglieva le persone intorno a un obiettivo o a un sistema di valori. Un individuo che oggi è capace di fare squadra solo il tempo necessario di soddisfare un desiderio egoistico, poi ognunə per la sua strada, manco le altre persone avessero la peste bubbonica.
In questo scenario desolato ci è quindi venuta un’idea grandiosa: se tutto è in macerie, prendiamo come àncora il luogo dove siamo natə. Per quanto tutto turbini si dovrà pur essere natə in un luogo preciso, no? Questa idea ci è piaciuta così tanto che l’abbiamo proprio fatta diventare il pilastro della nostra identità; ci è piaciuta così tanto che questo non era ancora sufficiente: così abbiamo deciso che insieme al luogo in cui si nasce si eredita anche la cultura di quel luogo che, al pari dei tuoi geni, devi tenerti per tutta la vita.
Il che vuol dire che se nasci in Siria, sei unə alienə con dei geni-cultura diversi dai miei, che sei condannatə a non poter acquisire perché non sono più delle normali informazioni che possono essere apprese: si è mai sentito dire che qualcunə ha cambiato geni mentre era in vita? Il che vuol dire anche che non ci si può fidare troppo di chi è figliə di immigratə perché i genitori lə hanno passato questi strani geni-cultura che lə renderanno per sempre un soggetto alieno da guardare con sospetto. E se mentre siamo in fila alle Poste questi geni-cultura lə spingono ad azzannarmi? Meglio non rischiare.
Ecco perché abbiamo assistito a uno psicodramma collettivo all’idea di introdurre lo ius soli nel nostro Paese. Ecco perché non ci frega granché della gente che muore affogata, di quella ammassata in condizioni disumane nei vari centri, di quella che si perde da qualche parte lungo le varie tratte, di quella che è bloccata dai muri. Ogni tanto ci dispiaciamo di qualche bambinə mortə o di qualche naufragio più imponente, ma poi si gira pagina, domani è un altro giorno e non è che possiamo mettere a rischio il nostro pilastro identitario per qualche sconosciutə mortə.
Come ne usciamo? Guida minima al cattivismo italiano non ha la soluzione, ma se non ci ricostruiamo un pilastro identitario meno disumano non ne usciamo. Potremmo ricominciare a ricordarci che tra i nostri principi c’era l’idea che esistessero dei diritti universali ai quali le nostre leggi e il nostro agire dovrebbero essere sottomessi. Dovremmo ricordarci che la libertà individuale è una gran cosa, ma che ha un lato oscuro: la distruzione dell’Altrə in nome della realizzazione del proprio desiderio egoistico.