L'individuo sarebbe libero in quanto acconsente alle relazioni che stabilisce con gli altri. Ma questa in realtà è pura illusione, l'illusione del libero arbitrio. Come psicanalisti sappiamo bene che il consenso non è affatto garanzia di libertà. Anzi, i rapporti di sottomissione e di oppressione si fondano inevitabilmente sul consenso. Da un punto di vista psicanalitico, la "servitù volontaria" che analizza La Boétie non ha niente di "volontario" (anche se condividiamo le conclusioni di quel libro geniale, pubblicato oltre trecento anni prima di Freud): si tratta, di fatto, di una sottomissione "non volontaria", nel senso che non è la volontà l'istanza su cui si fonda il consenso dell'oppresso alla propria oppressione. La volontà funziona infatti a livello cosciente, mentre il consenso è sostanzialmente inconscio. Dunque il fatto che un individuo si creda "libero" perché stabilisce rapporti consenzienti con l'altro non ci dice nulla della sua effettiva libertà.